Posso usare la mia Genesa per aiutare gli altri?


Certo, ovviamente la tua Genesa può essere usata per qualunque intenzione, specialmente quelle positive e propositive per noi stessi e per gli altri. Tuttavia, c’è un tuttavia bello grande… Tuttavia è necessario preservare il libero arbitrio di chi desideriamo aiutare.

Il libero arbitrio è un concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona ha il potere di decidere gli scopi del proprio agire e pensare, tipicamente perseguiti tramite volontà, nel senso che la sua possibilità di scelta ha origine nella persona stessa e non in forze esterne. All’interno della sfera del libero arbitrio è prevista anche l’opzione “Scelgo di stare male” e “Non voglio essere aiutato”.

Se scegliamo di non considerare la volontà del ricevente di NON ricevere il nostro aiuto siamo nell’ambito della “sopraffazione”, altrimenti detta manipolazione e/o magia nera.

Posto che le Genesa, per loro caratteristica intrinseca, mal si prestano a qualunque atto di sopraffazione perché concepite sulla base di geometria sacra e (specialmente le mie) perché vengono assemblate con il preciso intento che siano degli strumenti di luce a supporto della libertà e realizzazione degli esseri umani con cui vengono in contatto, è bene considerare che questi dispositivi dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per sé stessi, a supporto di animali o piante o per gli esseri che, dotati di coscienza, ne richiedano attivamente un aiuto.

Dunque: qualcuno a me caro e vicino sta male, vive un momento di sofferenza, è nei problemi fino al collo? Perfetto, la mia Genesa può essere tranquillamente di supporto per aiutarlo a sciogliere alcuni dei nodi in cui la sua vita sembra essersi ingarbugliata… MA… ho bisogno del suo consenso. Una semplice domanda del tipo “Posso informare la mia Genesa perché ti aiuti a risolvere questa situazione?” può essere sufficiente a ricevere un sì o un no (ed eventualmente, se ancora non sa cos’è una Genesa, ad indirizzarlo da me 😉 ).

Ci sono tuttavia alcuni casi in cui una domanda esplicita potrebbe tecnicamente non trovare l’opportunità di una risposta: se si volesse ad esempio supportare una persona da poco trapassata o qualcuno in terapia intensiva – a me ad esempio è capitato di supportare mio papà che è rimasto sedato e intubato per oltre 1 mese e mezzo-, prima di procedere ad informare la Genesa con ciò che noi crediamo essere un supporto per lui o lei, la cosa migliore sarebbe cercare di sintonizzarsi sulla frequenza del ricevente e porre la domanda a livello sottile. Chiaramente, è necessario essere aperti ad accogliere una risposta anche di tipo negativo: se, dopo la mia domanda, mi arriva un pensiero che, direttamente o indirettamente, mi fa sentire che quest’anima non è favorevole a questo tipo di intervento, l’unica cosa da fare sarebbe dirottare la Genesa su altri scopi.

Un’alternativa alla rinuncia, estremamente valida anche nel caso in cui il nostro aiuto volesse raggiungere una persona che non intende più rivolgerci la parola, potrebbe essere quello di informare la Genesa con l’intenzione di mandare “Luce” a quell’anima affinché possa fare esperienza solo di ciò che ha davvero bisogno per evolvere (incluso la sofferenza che noi avvertiamo come negativa e di cui, a livello più impulsivo, vorremmo fare piazza pulita per il “bene” dell’altro).

In conclusione è bene rammentare che Genesa e sopraffazione non vanno d’accordo. Poiché sono strumenti di luce, qualora ci si accorgesse di aver proceduto a una sopraffazione senza rendercene conto, possiamo stare tranquilli del fatto che la Genesa stessa abbia tradotto l’intenzione al fine di inviare solo “Luce” per il massimo bene dell’altra persona MA, se il caso fosse che lo strumento venisse deliberatamente utilizzato a scopi sopraffattivi, è bene considerare che la Genesa potrebbe agire come un vero e proprio boomerang. Sarebbe come recitare un rosario affinché la Madonna distrugga un nostro nemico o gli faccia fare quello che comoda a noi. Cosa potrebbe mai succedere come conseguenza?

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